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FOUR ROOMS Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 7 giugno 1996
 
di Allison Anders, Alexander Rockwell, Roberto Rodriguez, Quentin Tarantino, con Tim Roth, Valeria Golino, Madonna, Bruce Willis, Antonio Banderas (Stati Uniti, 1994)
 
Ecco un esempio clamoroso di quanto sia difficile ricercare l'assurdo ed il fantastico ad ogni costo. Oppure, se preferite, di come il totale di un impegno cinematografico sia ben lungi dal corrispondere alla somma degli addendi. O, ancora, di quanto sia difficile il mestiere del produttore...

Il generico di FOUR ROOMS assomiglia infatti ad una cambiale in bianco. Fra i registi (si tratta di un film ad episodi: ogni cineasta inventa una storia su quanto capita in una stanza d'albergo, la notte di San Silvestro) c'è Quentin Tarantino, che è inutile presentare. Ma, pure, Allison Anders, ex assistente di Wenders, e soprattutto autrice di due gioiellini del nuovo cinema americano, GAS, FOOD AND LODGING e MI VIDA LOCA. Poi Alexander Rockwell (IN THE SOUP), tipico esponente di quel cinema indipendente dal quale ci si attende in eterno meraviglie; ed infine Roberto Rodriguez, accolto trionfalmente con il suo primo EL MARIACHI, anche per averlo prodotto per l'incredibile somma di settemila dollari.

E gli attori? A parte la Valeria Golino utilizzata come il prezzemolo negli Stati Uniti, Madonna dalla quale si attende sempre non so quale miracolo, il bravissimo Bruce Willis, più il fusto dei fusti Antonio Banderas. E Tim Roth, grande interpreta di uno dei più affascinanti neo-polar in circolazione, LITTLE ODESSA, e che qui s'incarica di affondare fin dalle prime immagini l'intera operazione. Nelle vesti del portiere d'albergo incaricato di correre da una stanza all'altra a tenere buoni gli insoliti frequentatori, investito di una mimica che si vorrebbe probabilmente da disegno animato, è assolutamente insopportabile: ed ogni sua apparizione è accolta dallo spettatore come una tortura della quale è impossibile disfarsi.

Ma sono tutti gli elementi a disposizione degli incontrollabili autori (dalle scenografie stracariche ai dialoghi teoricamente provocatori, dalle recitazioni terribilmente manierate alle situazioni dalla originalità telefonata) ad essere costantemente sopra le righe: operazione fra le più devastanti, quando gli eccessi - e non si tratta di un paradosso - non sono perfettamente padroneggiati.


   Il film in Internet (Google)

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